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Comunità Energetiche: Cosa sono, Come Funzionano

Post Aggiornato il: 24/10/2024
Persone riunite in un parco discutono di comunità energetiche, simbolo di collaborazione per la produzione e il consumo di energia rinnovabile
Contenuti

Le comunità energetiche rappresentano un cambiamento significativo nel panorama della produzione e consumo di energia, offrendo un modello collaborativo che integra la produzione decentralizzata e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Questo modello si fonda sulla partecipazione di cittadini, aziende, enti pubblici e altre organizzazioni, che si uniscono per creare una rete locale di produzione e consumo energetico, promuovendo al contempo la sostenibilità ambientale e l’efficienza economica. L’adozione di queste iniziative è in continua crescita, alimentata dalla crescente consapevolezza sulla necessità di ridurre l’impatto ambientale e dalla normativa europea e nazionale che incentiva e regola tali progetti.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili: Definizione e Funzionamento

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono organizzazioni costituite da un gruppo di soggetti, siano essi cittadini, imprese, enti locali o altri tipi di organizzazioni, che si uniscono per produrre, gestire e condividere energia proveniente da fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico, l’eolico, il biogas o altre risorse rinnovabili. Queste comunità non solo producono energia per il proprio fabbisogno, ma possono anche condividere l’energia eccedente con altre entità connesse alla rete energetica della comunità, riducendo la dipendenza dai fornitori tradizionali di energia e aumentando l’autosufficienza energetica.

La creazione di una comunità energetica si basa su una serie di principi chiave:

  • Collaborazione tra i membri della comunità: ogni partecipante contribuisce alla produzione o al consumo di energia, rendendo la comunità energetica una struttura partecipativa e condivisa.
  • Autoconsumo collettivo: l’energia prodotta da fonti rinnovabili viene utilizzata principalmente per soddisfare i bisogni energetici dei membri della comunità. Questo meccanismo permette di ridurre i costi di fornitura energetica e minimizzare le perdite dovute alla trasmissione e distribuzione dell’energia sulla rete nazionale.
  • Gestione autonoma dell’energia: le comunità energetiche spesso si dotano di sistemi di gestione intelligente per monitorare la produzione e il consumo di energia, ottimizzando così l’utilizzo delle risorse disponibili.

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) in Italia gioca un ruolo cruciale nel supportare il funzionamento delle comunità energetiche, poiché facilita l’accesso agli incentivi economici previsti per l’energia rinnovabile. Ad esempio, in Italia, le comunità energetiche possono accedere al “Decreto FER 1” che offre incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili come fotovoltaico e idroelettrico, riducendo ulteriormente i costi per i membri della comunità .

Chi Può Partecipare alle Comunità Energetiche

Le Comunità Energetiche sono concepite come strutture inclusive e aperte a una vasta gamma di soggetti, che possono essere individui privati, aziende, enti pubblici o persino organizzazioni no-profit. Chiunque abbia interesse a partecipare al processo di produzione e consumo di energia rinnovabile può aderire a una comunità energetica. Nello specifico:

  • Cittadini privati: possono aderire per ridurre le proprie bollette energetiche, contribuire alla transizione energetica e avere un maggiore controllo sulla propria produzione e consumo di energia.
  • Imprese: le aziende, specialmente quelle che hanno un fabbisogno energetico elevato, possono trarre vantaggio dalle comunità energetiche non solo per ridurre i propri costi energetici, ma anche per migliorare la propria reputazione aziendale, dimostrando un impegno concreto verso la sostenibilità ambientale.
  • Enti locali e amministrazioni pubbliche: possono promuovere la creazione di comunità energetiche come parte di strategie di sviluppo sostenibile e gestione del territorio, riducendo le emissioni di CO2 e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Un esempio pratico di adesione si verifica nei condomini, dove i residenti possono organizzarsi per installare impianti fotovoltaici sui tetti e condividere l’energia prodotta per alimentare le utenze comuni o private. Questo approccio permette di sfruttare al massimo le risorse rinnovabili disponibili, distribuendo i costi di installazione e manutenzione tra tutti i partecipanti, riducendo sensibilmente le bollette energetiche.

Vantaggi Economici e Ambientali delle Comunità Energetiche

I benefici offerti dalle comunità energetiche vanno oltre la semplice riduzione dei costi energetici. Partecipare a una comunità energetica consente di ottenere numerosi vantaggi sia a livello economico che ambientale.

Risparmio Economico

Uno dei principali vantaggi economici di una comunità energetica è la riduzione delle bollette energetiche. I membri della comunità condividono i costi di installazione, manutenzione e gestione degli impianti di produzione, il che riduce il costo per singolo partecipante. Inoltre, l’autoconsumo collettivo consente di utilizzare direttamente l’energia prodotta, senza doverla acquistare dai fornitori tradizionali, il che elimina i costi legati alla distribuzione e alle tasse energetiche.

Grazie agli incentivi offerti dal GSE, le comunità energetiche possono accedere a tariffe incentivanti per l’energia prodotta e immessa in rete. Ciò permette di generare entrate aggiuntive per i membri della comunità, riducendo ulteriormente i costi complessivi.

Impatto Ambientale Ridotto

Oltre agli evidenti vantaggi economici, le comunità energetiche hanno un impatto positivo sull’ambiente. La produzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico o l’eolico, riduce le emissioni di CO2 e contribuisce a diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Questo contribuisce significativamente agli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dagli accordi internazionali sul cambiamento climatico, come l’Accordo di Parigi del 2015 .

Inoltre, promuovendo l’autoconsumo, le comunità energetiche minimizzano le perdite energetiche che si verificano durante la trasmissione dell’energia su lunghe distanze. Questo rende il sistema energetico locale più efficiente e resiliente, riducendo la necessità di costruire nuove infrastrutture di trasmissione e distribuzione.

Maggiore Sicurezza Energetica e Controllo

Partecipare a una comunità energetica offre anche un altro importante vantaggio: il controllo diretto sulla propria fornitura energetica. Questo permette ai membri di avere maggiore sicurezza energetica, riducendo la dipendenza da fornitori esterni e dalle fluttuazioni dei prezzi sul mercato dell’energia. Le comunità energetiche possono, infatti, stipulare accordi di lungo termine per la fornitura di energia, garantendo così stabilità nei costi e continuità di fornitura.

Esempi di Comunità Energetiche in Italia e in Europa

Le comunità energetiche non sono un concetto nuovo in Europa, e negli ultimi anni il loro numero è cresciuto esponenzialmente grazie a politiche e incentivi mirati a promuovere la transizione energetica. In Italia, ci sono già diversi esempi di comunità energetiche che dimostrano l’efficacia di questo modello.

Un esempio notevole è il progetto CER di Magliano Alpi, il primo in Italia a essere riconosciuto ufficialmente dal GSE nel 2021. Questo progetto coinvolge cittadini, imprese e il comune stesso, e si basa sull’installazione di impianti fotovoltaici distribuiti su vari edifici, con l’energia prodotta condivisa tra i partecipanti . Grazie a questo progetto, la comunità è riuscita a ridurre significativamente le bollette energetiche e a migliorare la qualità dell’aria riducendo le emissioni locali.

In Europa, uno dei progetti più avanzati è quello della SonnenCommunity in Germania, che permette ai membri di scambiare energia attraverso una piattaforma digitale basata su tecnologie blockchain. Questo progetto rappresenta un esempio di come le tecnologie innovative possano essere utilizzate per migliorare l’efficienza della gestione energetica all’interno delle comunità.

Quadro Normativo di Riferimento

Le comunità energetiche sono regolate da un quadro normativo preciso che mira a facilitare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. In Europa, la normativa di riferimento è la Direttiva Europea RED II (Renewable Energy Directive II), che stabilisce obiettivi chiari per l’incremento dell’uso di energie rinnovabili entro il 2030 . La RED II promuove attivamente la creazione di comunità energetiche e stabilisce le linee guida per la loro implementazione nei diversi Stati membri.

In Italia, la Legge n. 8 del 28 febbraio 2020 ha recepito la RED II e ha introdotto una serie di disposizioni per incentivare la creazione delle comunità energetiche e favorire l’autoconsumo collettivo. La normativa italiana prevede, tra le altre cose, incentivi economici per la produzione e la condivisione di energia rinnovabile all’interno delle comunità, rendendo più accessibile la realizzazione di tali progetti.

Inoltre, il Decreto Legislativo 199/2021, che recepisce la RED II, ha introdotto importanti novità in termini di facilitazioni burocratiche e incentivi per le comunità energetiche, favorendo l’installazione di impianti di piccola e media dimensione destinati all’autoconsumo.

Norme Tecniche e Agevolazioni

Oltre agli incentivi economici, il quadro normativo italiano include anche una serie di norme tecniche per l’installazione e la gestione degli impianti rinnovabili all’interno delle comunità energetiche. Il Decreto FER 1, ad esempio, è uno strumento fondamentale che regola gli incentivi per la produzione di energia rinnovabile in Italia, con particolare attenzione ai piccoli impianti fotovoltaici e alle comunità energetiche.

In parallelo, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede ingenti fondi per la promozione delle energie rinnovabili, tra cui anche le comunità energetiche, che sono viste come uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di CO2.

Altri riferimenti normativi

La legislazione italiana adotta le raccomandazioni sulle comunità energetiche rinnovabili presenti nella Direttiva Europea n. 2001 datata 11 dicembre 2018, conosciuta come RED II (Rinnovabile Energy Directive Recast):

  • D.m. 16 settembre 2020 (tariffa incentivante per la remunerazione degli impianti a fonti rinnovabili inseriti nelle configurazioni sperimentali di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili)
  • D.m. 414/2023, il Decreto CER o CACER recente criteri e le modalità per la concessione di incentivi per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo
  • D.d. 23/02/2024, le Regole attuative GSE per CER e autoconsumo

Il sostegno normativo e finanziario alle comunità energetiche non solo facilita la creazione di nuovi progetti, ma garantisce anche un quadro di lungo termine per la loro sostenibilità economica ed ambientale, rendendo queste iniziative sempre più accessibili.

Le comunità energetiche si configurano dunque come una risposta innovativa e sostenibile alle sfide legate alla transizione energetica, offrendo ai cittadini e alle imprese un ruolo attivo nella produzione di energia e nella riduzione dell’impatto ambientale.

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